ll Funzionalismo moderno e lo Stress

Nella prossima serie di articoli parleremo meglio dello stress, di cosa significa, di quali meccanismi lo generano e, d’altra parte, come possiamo prevenirlo e prenderci cura del nostro stato di salute psicofisica. Sentiamo spesso utilizzare questa parola, “stress” e spesso siamo noi stessi a descriverci come “stressati”. Per capire meglio di cosa si tratta, ci è utile distinguere lo stress positivo (eustress) da quello negativo (distress).

Lo stress positivo è di solito uno stress temporaneo che predispone l’organismo umano a superare situazioni e problemi in tempi brevi, attivando tutte le proprie risorse. L’eustress scompare dopo che si è affrontato lo stimolo stressante (stressor). Lo stress temporaneo, quindi, stimola l’organismo rivitalizzandolo e lo predispone a superare situazioni e problemi in tempi brevi, agendo immediatamente, con tutte le energie e le capacità che si possiedono (pensiamo, per esempio, ad un trasloco, ad una consegna importante a lavoro o ad un esame universitario). Lo stress negativo, invece, permane nel tempo, anche in assenza di stressors riconoscibili, logorando l’organismo, producendo disturbi ben noti e debilitanti come gastriti, cefalee, insonnia, tremori agli arti, inappetenza o fame nervosa, fino ad arrivare a farlo ammalare seriamente.

In presenza di una condizione di distress, quindi, lo stato di stress non scompare e gli effetti permangono nell’organismo, il quale non è più in grado di ritornare ad uno stato di allentamento, calma e benessere. Potremmo osare dire che lo stress cronico è una vera e propria malattia. L’organismo non riesce più a gestire eventi stressanti anche lievi, andando incontro a “disturbi” di vario genere: disturbi di ansia, difficoltà a concentrarsi, irritabilità, insonnia, cefalee, disturbi neurovegetativi, disturbi gastroenterici.

Ma perché uno stress positivo, che rivitalizza, dà energie, rende la vita briosa e non piatta, deve poi divenire negativo? Cosa lo fa cronicizzare? Per capirlo dobbiamo guardare all’individuo che è sottoposto allo stimolo stressante, al suo Funzionamento e in particolare al modo in cui l’evento stressante impatta su di lui a livello emotivo, cognitivo ma anche sensoriale e fisiologico. Ci riferiamo a quello che il modello del Neo-funzionalismo ha definito “Filtro Funzionale”.

È il “filtro Funzionale” (costrutto teorico del Neo-Funzionalismo presente in Rispoli, Di Nuovo, Genta, 2000; Di Nuovo, Rispoli, 2011) a costituire la maniera in cui l’individuo attraversa un evento stressante (stressor) con tutto il proprio organismo: vale a dire con lo stato delle sue emozioni, lo stato cognitivo, ma anche la respirazione, la condizione muscolare, le sue posture, la sua voce, la condizione fisiologica e biologica profonda. Lo stressor può venire percepito come qualcosa di affrontabile oppure di non affrontabile, come un evento ordinario oppure come una condizione drammatica. Il “filtro Funzionale” viene condizionato nella sua capacità di reagire all’evento stressante da esperienze precedenti; esperienze negative (che non hanno aiutato il pieno funzionamento della persona, possono aver alterato questo filtro, per cui eventi stressanti che non sono insormontabili ma abbastanza normali, vengono vissuti come molto allarmanti, pericolosi, drammaticamente stressanti.

Le conseguenze sono fondamentalmente di due tipi. L’organismo già debilitato fa permanere lo stato di stress più a lungo. Le condizioni che caratterizzano la reazione di stress non si esauriscono, nell'organismo, ma permangono anche dopo la conclusione dell’evento stesso. Lo stress diventa cronico, l’organismo ne esce ancora più debilitato e il filtro Funzionale più alterato. La persona non riesce più a gestire eventi stressanti anche lievi. Questo è lo stress cronico. Permanendo le condizioni di stress ormai cronicizzato, la persona soffrirà di disturbi di vario genere, comunque sempre abbastanza invalidanti, come difficoltà a concentrarsi, irritabilità, disturbi di ansia, insonnia, cefalee e disturbi neurovegetativi.

L’altra tipologia di conseguenza è la seguente. La persona perde anche la capacità di comportarsi secondo quelle norme elementari che aiutano a conservare la salute: potrà bere alcolici, stare sveglio fino a tardi, prendere più caffè, impegnarsi in un lavoro ancora più logorante, accollarsi altri impegni, mangiare molto o troppo, mangiare male. Tutte condizioni che peggiorano lo stato di salute in generale.

 

Dott.ssa Francesca La Vecchia, Zentrum Mensch