La prospettiva Funzionale sulla Gravidanza

Secondo la Psicologia Funzionale, il periodo della gravidanza è  una tappa fondamentale, la prima dopo l’adolescenza, di transizione per il “Sé donna”, in cui è possibile assistere ad una marcata e improvvisa modificazione delle strutture somatica e psichica.

“La gravidanza è l’unica occasione della vita nella quale due organizzazioni Funzionali, due Sé, si trovano in un contatto così stretto e profondo. E per un così lungo periodo”[1]. Come ha scritto Paola Bovo: “il rapporto tra madre e figlio comincia attraverso l’interazione delle due aree fisiologiche  (del Sé materno e del Sé fetale). Attraverso le sostanze chimiche, il tono muscolare, il battito cardiaco e la circolazione sanguigna, il sistema fisiologico della madre è in diretto contatto con il sistema fisiologico del bambino”.[2] “Madre e figlio durante la gravidanza hanno tra di loro un rapporto profondo. Se la madre vive una condizione di benessere psico-corporeo in generale, è questo che il bambino percepisce e non i pensieri e le preoccupazioni della madre, per quanto forti essi siano. Il bambino sta bene se avverte morbidezza e mobilità nelle pareti dell'utero, se attraverso il cordone ombelicale gli arrivano gli ormoni del piacere e della tranquillità, se il corpo della madre è sereno e accogliente, se i movimenti sono dolci e cullanti, se ci sono vibrazioni piacevoli. La Metodologia Funzionale permette di affrontare in modo complesso il sistema vitale costituito dalla madre e dal bambino in interazione profonda; sistema che è costituito in modo integrato da tutti i piani Funzionali del Sé”.[3]

Come la stessa Paola Bovo ha illustrato nel Capitolo 3 del suo libro “Gravidanza e Nascita”, alla luce della Psicologia Funzionale, dunque, osserviamo come il Sé della donna subisca importanti cambiamenti su tutti i quattro piani Funzionali (Piano Posturale-Muscolare, Piano Cognitivo-Simbolico, Piano Emotivo, Piano Fisiologico). Alcuni di questi sono solo passeggeri. Altri sono irreversibili. Normalmente questi cambiamenti avvengono in  modo naturale. La donna è geneticamente fatta per poter gestire questi cambiamenti. Quando questi, però, coinvolgono Funzioni della donna già alterate o vi sono contesti sfavorevoli, l'equilibrio e il benessere vacillano.

 

Recuperando le parole della Mieli, possiamo ipotizzare che “anche per chi sta bene e porta avanti una gravidanza “fisiologica”, qualcosa di scomodo accade, non fosse altro che per il progressivo dilatarsi e appesantirsi del ventre, sempre più ingombrante. Potremmo pensare che molto saggiamente la natura, pur proteggendo lo stato di fusionalità e il godimento profondo di tale epoca della vita, inserisce nel percorso dell'attesa qualche elemento di disturbo che “macchia" l'onnipotenza creativa, l'eccessiva perfezione, preparando il campo emotivo per la separazione. La presenza di qualche difficoltà tende a incoraggiare sempre più, specie nelle ultime settimane di gestazione, il desiderio del passaggio a un altro tipo di contatto e suggerisce come nulla che pur si desideri possa avverarsi senza pazienza o fatica: monito per l'impegno che sarà necessario anche in seguito per provvedere al bambino e ai suoi bisogni”.[4]

Sul piano della Respirazione, si può osservare che quanto più essa precedentemente fosse alterata (più toracica, più controllata, più accelerata, con espirazione forzata) maggiori possono comparire determinati disturbi, come bruciori di stomaco, stitichezza, insonnia, nausea, ecc.

I cambiamenti nella circolazione sanguigna e linfatica possono portare disturbi alla circolazione delle gambe, sensazione di pesantezza e gonfiore alle caviglie. In gravidanza la donna dorme di più e a intervalli più brevi, spesso ricorda sogni che le permettono di osservare il rapporto con il proprio corpo e le sue trasformazioni. Molti sogni parlano alla donna del nascituro, delle aspettative, del sesso del bambino. A volte nei sogni compaiono antiche tracce negative del passato rimesse in gioco dalla gravidanza.

Tra gli obiettivi dell’intervento Funzionale in Gravidanza, impostiamo anche il ripristino della respirazione diaframmatica al fine di favorire l'accesso all'esperienza della Calma. La respirazione diaframmatica, mantenuta poi in tutte le fasi del travaglio e del parto è, inoltre, quella che permette di dare fisiologicamente il massimo dell’ossigenazione possibile a madre e bambino.

 

Francesca La Vecchia , Zentrum Mensch

 


[1] Luciano Rispoli, Psicologia Funzionale del Sé, 1993

[2] P.Bovo, “Gravidanza e Nascita”, 2020

[3] P.Bovo, Gravidanza e Nascita, 2020. Cit. pagg. 23, 24

[4] (Giuliana Mieli , “Il bambino non è un elettrodomestico”, cit.  pag. 36)